La crisi sanitaria, economica e sociale innescata dalla pandemia di Covid-19 ha rilanciato l’urgenza di un nuovo welfare. A tutti i livelli. Nelle comunità di lavoro, nei territori. In tutto il Paese. Come è accaduto spesso, durante questa crisi, si sono rilanciate le dimensioni “locali”: il globalismo ha fatto un passo indietro, a favore della capacità di risposta ai bisogni che solo la dimensione locale sembra riuscire a produrre. Quando al centro ci sono i bisogni della persona, si riafferma la centralità dell’apparentemente decentrato. È possibile, dunque, ripensare il modello del welfare locale? E che ruolo possono avere gli attori del territorio?
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