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Voleva solo donne over 40 (senza figli in arrivo), ora Elisabetta Franchi dà permessi extra e flessibilità alle mamme

LavoroVoleva solo donne over 40 (senza figli in arrivo), ora Elisabetta Franchi dà permessi extra e flessibilità alle mamme

BOLOGNA – Due anni fa si scatenò un pandemonio quando l’imprenditrice e stilista bolognese Elisabetta Franchi disse che assumeva solo donne over 40, per spazzare via il campo da possibili figli (e rogne) in arrivo e avere a disposizione lavoratrici libere h24. Disse candidamente queste parole durante un talk organizzato da Il Foglio e PwC, senza calcolare bene il terremoto mediatico che poi la investì e l’indignazione che le sue frasi scatenarono. La condanna per l’imprenditrice arrivò per condotta antisindacale nel giugno 2022 e poi ne è arrivata un’altra nel giugno scorso, con l’obbligo a risarcire con 5.000 euro l’Associazione nazionale per la lotta alle discriminazioni e l’impegno a dimostrare di aver abbandonato ogni ‘pratica discriminatoria’ nella selezione del personale. Si direbbe, però, che nel frattempo Elisabetta Franchi la lezione l’abbia imparata. È di questi giorni, infatti, la notizia di un accordo, firmato dalla sua azienda con la consigliera di parità dell’Emilia-Romagna, che prevede permessi di allattamento più lunghi (sei mesi in più di quelli previsti dalla legge), sostegno al rientro post maternità e flessibilità di orario per le lavoratrici per conciliare i tempi di vita e famiglia con il lavoro. Alle trattative hanno partecipato i sindacati.

LE AGGHIACCIANTI PAROLE DI DUE ANNI FA

“Quando metti una donna in una carica importante, se è molto importante non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni. Io le donne le ho messe perché sono ‘anta’, se dovevano sposarsi lo hanno già fatto, se dovevano avere figli li hanno già fatti, se dovevano separarsi hanno già fatto anche quello. Per cui io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono lì belle tranquille con me, al mio fianco, e lavorano h24“, disse la stilista, polverizzando in pochi secondi decenni di lotte femminili.

L’ACCORDO DI OGGI E IL CAMBIO DI LINEA

In questi giorni arriva la notizia dell’intesa siglata tra la Betty Blue spa, l’azienda di Elisabetta Franchi, e la consigliera di parità della Regione Emilia-Romagna Sonia Alvisi, dopo che viale Aldo Moro aveva acceso i propri fari sulle condizioni di lavoro, delle donne in particolare, nell’azienda bolognese. Un accordo che come spiega la Regione vuole “rendere l’ambiente di lavoro più inclusivo garantendo pari diritti a tutti e tutte le dipendenti a partire dal superamento del divario retributivo di genere (gender pay gap)”. La Betty Blue si è impegnata in particolare a realizzare una serie di azioni “per migliorare le già esistenti politiche di pari opportunità, inclusività e benessere dei lavoratori”.

SEI MESI IN PIÙ DI ‘ALLATTAMENTO’ E ORARI FLESSIBILI

Tra queste, appunto, l’estensione dei permessi retribuiti di allattamento di ulteriori sei mesi, il sostegno al rientro post maternità, l’estensione dei permessi per la paternità rispetto a quanto previsto dalla legislazione vigente, una maggiore flessibilità oraria per conciliare le esigenze familiari, l’anticipo del Tfr oltre le ipotesi di legge e l’adozione di campagne di formazione e sensibilizzazione “su benessere psicofisico e salute mentale nei luoghi di lavoro”, oltre che l’intervento della stessa consigliera di parità “in alcune sessioni sui temi della parità di genere, del paritario accesso alle carriere, dei diritti legati alla genitorialità e condivisione dei carichi, del superamento del cosiddetto gender pay gap”.

Previsti inoltre l’introduzione di uno sportello di supporto psicologico, un piano di welfare aziendale e la concessione di ulteriori permessi retribuiti per inserimento scolastico e assistenza familiari. Betty Blue, dunque, “ha preso impegni concreti per proseguire il percorso iniziato in passato, finalizzato a colmare anche il gender pay gap”, fa sapere la Regione. L’azienda adotterà anche nuove misure che superano i requisiti minimi previsti dalla attuale legislazione, “con l’obiettivo di garantire pari riconoscimenti per tutte le dipendenti e tutti i dipendenti e promuovere un ambiente lavorativo sempre più inclusivo”.
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