martedì, 4 Giugno , 24

In fila per l’acqua e il pane a Gaza: “ma noi di qui non andiamo via”

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“Meglio morire sotto le bombe” dice un residente della città

Roma, 28 ott. (askanews) – Gaza City dopo la notte di pesanti bombardamenti israeliani, i residenti palestinesi a caccia di acqua e pane nelle strade piene di rifiuti fra i palazzi in rovina. Per strada mezzi di fortuna, ragazzini con le taniche, molti uomini, poche donne.”Ieri notte i bombardamenti sono stati terribili. Non c’erano ambulanze perché non potevano uscire in strada e le comunicazioni erano tagliate, la gente portava i feriti con le macchine” dice un uomo che non lascia il suo nome.”Era impossibile anche telefonare ai parenti. Di solito chiamiamo per sapere come stanno ma ieri sera era impossibile. La gente nelle strade sono tutti morti che camminano” dice Jihad Mahdi.”E’ stata la notte peggiore dall’inizio della guerra” dice Hasan Hammoud. “Ma è passata e non lasceremo le nostre case, preferiamo morire qui che andare a sud”.Sono tanti però i palestinesi che in previsione di un’offensiva di terra israeliana hanno lasciato Gaza City e si sono diretti a sud nella Striscia, sono centinaia di migliaia. Secondo le cifre del ministero della Salute di Gaza i morti palestinesi dal 7 ottobre sono oltre settemila. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto una tregua umanitaria, ma Israele giura che non si fermerà finché non avrà distrutto tutta la leadership di Hamas, colpevole dell’attacco efferato del 7 ottobre che ha ucciso 1.400 israeliani.

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