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Gianni Doglia: la sostenibilità dei vitigni autoctoni del Monferrato

AttualitàGianni Doglia: la sostenibilità dei vitigni autoctoni del Monferrato

Milano, 20 lug. (askanews) – A Castagnole delle Lanze (Asti), tra le colline Unesco, l’Azienda vitivinicola Gianni Doglia porta avanti un modello produttivo artigianale e sostenibile, fondato sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni del Monferrato. Condotta da Gianni Doglia assieme alla sorella Paola, che raccogliendo con orgoglio l’eredità del padre Bruno e del nonno Eugenio ha puntato su una viticoltura di precisione, l’azienda conta circa 17 ettari di vigneti e una produzione annua che si aggira sulle 110mila bottiglie, di cui 60mila dedicate al Moscato d’Asti Docg, vitigno simbolo della Cantina.

L’approccio agronomico si riflette in pratiche come inerbimento spontaneo, agricoltura rigenerativa, lavorazioni manuali, rese contenute e adesione alla certificazione Sqnpi. Ma anche in cantina si adottano tecniche tradizionali e non invasive, con utilizzo limitato di solforosa per preservare l’identità varietale. Il Moscato viene vinificato secondo il Metodo Martinotti nelle versioni Moscato d’Asti Docg “La Giostra” e Canelli Docg “Casa di Bianca”, quest’ultima da un vigneto di oltre 60 anni. La Barbera è interpretata in tre declinazioni: “Barbera d’Asti Docg Bosco Donne”, vinificata in acciaio; “Barbera d’Asti Docg Superiore Genio”, affinata in legno; e “Nizza Docg Viti Vecchie”, da parcelle storiche nei Comuni di Nizza Monferrato e Agliano.

Gianni Doglia, già insignito nel 2022 del titolo di “Viticoltore dell’Anno” dal Gambero Rosso, ha ottenuto riconoscimenti anche per diversi suoi vini. L’azienda è presente sui mercati esteri, in particolare negli Stati Uniti, nel Nord Europa e in Asia.

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