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Derry, città della Bloody Sunday che ha fatto pace ma non dimentica

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Nei musei del Free Derry e dei Peacemakers: storie di persone

Derry, 31 ott. (askanews) – Una strada come tante, in una bella città dell’Irlanda del Nord nei giorni di Halloween. Ma è da qui, William Street a Derry, che il 30 gennaio 1972 cominciò quella che è passata alla storia come la Bloody Sunday, la domenica di sangue, di cui racconta anche la canzone degli U2. In William Street stava per concludersi un corteo di irlandesi che protestavano contro le detenzioni delle autorità britanniche, in anni in cui l’Irlanda del Nord era quotidianamente terreno di scontro tra l’IRA e le forze di Sua Maestà. Qui si lanciarono sassi, bottiglie, furono sparate pallottole di gomma, tutto nella norma, per quei tempi. Ma di lì a poco i parà britannici avrebbero aperto il fuoco, in altre zone della città, sparando sui manifestanti. Alla fine morirono 13 persone, più una nei mesi successivi, e 17 furono ferite, in meno di mezz’ora. La maggior parte nell’area di Rossville Street e Glenfada Park. La Bloody Sunday.La storia di quel giorno drammatico e degli anni dei cosiddetti “troubles”, termine così britannicamente pudico da essere quasi imbarazzante, viene raccontata nel Museum of Free Derry, che raccoglie testimonianze, filmati, documenti dell’epoca e parla di una comunità di lavoratori che si è ribellata e ha lottato per la libertà e i diritti civili. Segni della lotta, anche nella Derry globalizzata, pacifica e piena di turisti di oggi, ce ne sono ancora, sui murales dei quartieri popolari, negli slogan che restano nonostante gli anni. Si sente nell’aria, in certe zone della città, che si va avanti, ma non si dimentica. E anche nel Peacemakers Museum, dove si racconta la transizione dalla guerra alla pace, la fine del conflitto e l’inizio di un nuovo capitolo della storia dell’Irlanda del Nord, che ha i volti di Gerry Adams e di John Hume che arrivarono all’accordo del Venerdì Santo del 1994, vero inizio del percorso di pace, anche qui gli anni della battaglie per strada tornano in tutta la loro storica drammaticità. Ma per fortuna le cose cambiano e a simboleggiare la fine della guerra anche il Ponte, il Peace Bridge sul fiume Foyle, inaugurato nel 2011 e finanziato per la maggior parte dall’Unione europea. Unisce le due sponde di Derry, e oggi è affollato di famiglie in festa, ma sembra in realtà unire due mondi diversi, che sono riusciti a incontrarsi a metà strada. Poi la Brexit ha cambiato ancora le cose, ma questa, oggi, è un’altra storia.

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