martedì, 8 Luglio , 25

Ucraina-Russia, meno uomini e più droni: come cambia la guerra

(Adnkronos) - La guerra sta cambiando....

Roma, svolta meteo: stop al caldo, temperature giù

(Adnkronos) - Roma respira, il caldo...

Terracina, crolla tetto di un ristorante: 7 feriti, uno grave

(Adnkronos) - Sette persone sono rimaste...

Dalla cucina alla medicina: il viaggio di Tommaso De Rosa

NewsDalla cucina alla medicina: il viaggio di Tommaso De Rosa

Unisce passione culinaria e impegno sociale per un futuro inclusivo

Tommaso De Rosa, un nome che potrebbe non suonare familiare a molti, ma la sua storia è un esempio di come la passione possa guidare una carriera straordinaria e inusuale.

Nato in una famiglia di pasticceri a Pompei, Tommaso ha seguito le orme del padre, un rinomato pasticcere, iscrivendosi all’Istituto Alberghiero. Tuttavia, spinto dalla madre a cercare una carriera che lo tenesse più vicino alla famiglia, ha scelto di intraprendere un percorso accademico in dietologia presso la facoltà di medicina.

“Saranno state le preghiere di mia mamma, ma su 700 candidati raggiunsi il secondo posto al test di ingresso”, racconta De Rosa, sottolineando come la sua formazione pratica all’alberghiero non fosse la più adatta per affrontare un corso universitario teorico come quello di dietologia.

Tuttavia, la sua determinazione lo ha portato a superare le difficoltà iniziali e a laurearsi con successo, arricchendo il suo bagaglio di conoscenze scientifiche e biochimiche.
Nonostante la carriera di dietologo, la passione di Tommaso per la cucina non si è mai spenta.

“La mia idea è sempre stata quella di diventare un grande chef e di proiettarmi nel mondo della ristorazione”, afferma. Tuttavia, il destino aveva in serbo per lui un percorso diverso. Durante un corso di cucina, ha incontrato un architetto iraniano che gli ha offerto l’opportunità di tenere un corso di cucina italiana a Teheran.

“Di primo acchito, devo dire la verità, per non fare una brutta figura, chiesi un compenso altissimo, più di mille euro al giorno, sicuro che mi avrebbero detto di no. Ma mi chiamarono dopo una settimana e confermarono tutto”, ricorda De Rosa.

Questo è stato l’inizio di un’avventura che lo ha portato a viaggiare in tutto il Medio Oriente, rappresentando la cucina italiana in paesi come l’Iran, gli Emirati Arabi e l’Iraq.

“Ogni volta che vado in Iran, mi rendo conto che apprendo molto di più da loro. Dovrei pagare io loro, non il contrario”, dice, sottolineando l’importanza dello scambio culturale attraverso la cucina.

Ma il viaggio di Tommaso non si è fermato alla cucina. La sua formazione in dietologia gli ha permesso di creare menù adatti a esigenze dietetiche specifiche, collaborando con professori universitari per sviluppare piatti per persone con condizioni come il diabete pediatrico.

“In realtà, la cucina e lo studio dell’alimentazione non sono due cose completamente diverse”, spiega De Rosa.

“Le mie conoscenze mi hanno aiutato a creare menù adeguati alle esigenze dietetiche, e questo è stato un grande vantaggio nel mio lavoro di chef e dietologo”. Ma forse l’aspetto più gratificante del suo lavoro è stato l’insegnamento.

“Nel corso di questi ormai 26 anni di insegnamento, tantissimi ragazzi, tra virgolette, ragazzi speciali, oggi sono inseriti nel mondo del lavoro”, racconta con orgoglio. De Rosa ha dedicato gran parte della sua carriera a formare giovani con disabilità, aiutandoli a trovare un posto nel mondo della ristorazione.

“Io ‘pretendo’, quasi obbligatoriamente, di organizzare dei corsi con questi ragazzi speciali perché ci tengo tanto”, afferma.

Il suo lavoro non si ferma ai confini italiani. Durante i suoi viaggi in Medio Oriente, De Rosa ha organizzato corsi di cucina per bambini con bisogni speciali e ha portato un sorriso nei volti dei bambini negli orfanotrofi iracheni.

“Strappare un sorriso a un bambino anche solo per poche ore, secondo me, vale molto più di quello che si potrebbe poi guadagnare”, dice.

Guardando al futuro, Tommaso De Rosa vede il suo ruolo come quello di un divulgatore della cultura gastronomica italiana, non solo attraverso la cucina, ma anche attraverso l’insegnamento e il lavoro con i giovani.

“Il lavoro che faccio con i ragazzi, recuperare a volte ragazzi con situazioni disagiate, secondo me vale molto di più dell’aspetto economico”, afferma. Con la sua dedizione e passione, De Rosa sta aprendo nuove prospettive per i giovani “speciali” in Italia e nel Medio Oriente, offrendo loro la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro e di diventare autonomi.

“Oggi sono ragazzi che lavorano all’interno del mondo della ristorazione”, dice con orgoglio. “C’è stata una mamma che ancora mi chiama perché suo figlio lavora all’interno di una pizzeria, ha imparato a fare il pizzaiolo, cosa che probabilmente non credeva possibile”.

In Italia, solo il 32,5% delle persone con disabilità è occupata, mentre il 20% è in cerca di occupazione, una percentuale sensibilmente superiore rispetto alla popolazione generale, citando dati di Avvenire.

“Il mio lavoro di divulgatore della cultura gastronomica in giro per il mondo è stato riconosciuto dalle istituzioni, e questo è stato uno degli aspetti più belli della mia carriera”, conclude De Rosa, con la speranza di continuare a fare la differenza nella vita dei giovani speciali, sia in Italia che all’estero.

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari