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Blocco Geo Barents, Msf: fermare soccorsi si paga con morti in mare

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Gil: accuse inesistenti, confidiamo in una veloce risoluzione

Roma, 11 set. (askanews) – Medici Senza Frontiere (Msf) ha presentato un ricorso al tribunale civile di Salerno per l’annullamento del fermo amministrativo della Geo Barents. Le autorità italiane hanno posto in detenzione la nave con l’accusa all’equipaggio di non aver seguito le istruzioni delle autorità libiche mentre operavano nella loro area di competenza e di non aver informato tempestivamente le autorità italiane.In una conferenza stampa a bordo della nave, da Salerno, Juan Matias Gil, capomissione di Msf per la ricerca e il soccorso in mare, ha spiegato:”Tutte le restrizioni e ostruzioni che abbiamo per svolgere le operazioni di soccorso, senza un altro meccanismo ufficiale per farlo, le paghiamo a caro prezzo, con la morte in mare, per questo abbiamo presentato con tutta la forza la documentazione al tribunale civile di Salerno per rifiutare le accuse che ci vengono fatte e siamo fiduciosi in una risoluzione veloce”.”Sono accuse inesistenti, bisogna cambiare la strada al decreto Piantedosi che ha come conseguenza l’ostruire la nostra attività con la conseguenza di avere più morti in mare, o morti lontani dalle coste italiane che non vengono visti: nessuno deve essere lasciato indietro”.Già in precedenza Gil aveva detto: “Abbiamo fornito al Tribunale prove solide che dimostrano come le équipe di Msf siano intervenute per salvare la vita di 37 persone in mare la notte del 23 agosto. Durante quella notte, abbiamo fornito alle autorità competenti informazioni accurate e tempestive sulle nostre operazioni”.

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