mercoledì, 15 Maggio , 24

Associazioni a Sala: Comune Milano pretenda chiusura Cpr

AttualitàAssociazioni a Sala: Comune Milano pretenda chiusura Cpr

Appello al sindaco: chieda risarcimento danno d’immagine
Milano, 14 mag. (askanews) – Un appello per chiedere al sindaco Giuseppe Sala “di esercitare i propri poteri di rappresentanza e di rivendicare e difendere gli alti valori espressi nello Statuto del Comune di Milano, respingendo fermamente la possibilità che i milanesi senza cittadinanza e senza documenti possano subire forme di detenzione strutturalmente incompatibili con il rispetto dei diritti fondamentali. E chiedere al ministero dell’Interno di chiudere il Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli e risarcire il Comune di Milano per il danno da lesione dell’immagine e dell’identità cittadina arrecato alla comunità territoriale”. Lo hanno lanciato ActionAid, Altreconomia, Antigone Lombardia, ASGI, Cild, Le Carbet, Mai più lager-No ai Cpr, MeltingPot, Naga, Spazi Circolari, insieme con altre sigle della società civile meneghina e privati cittadini. L'”azione popolare” sarà presentata al convegno “Gli Stati Generali sulla detenzione amministrativa” che si terrà al Teatro Officina di Milano il 17 e il 18 maggio 2024.
“Secondo lo Statuto della Città di Milano, è compito del Comune garantire ‘uguaglianza di trattamento alle persone e alle formazioni sociali nell’esercizio delle libertà e dei diritti, senza distinzione di età, sesso, razza, lingua, religione, opinione e condizione personale e sociale, e che l’Amministrazione comunale ‘riconosce e concorre a garantire le libertà e i diritti costituzionali delle persone e delle formazioni sociali, informa la sua azione all’esigenza di rendere effettivamente possibile a tutti l’esercizio dei loro diritti” ricordano i promotori dell’iniziativa, sottolineando che “il Cpr di Milano, fin dalla sua riapertura avvenuta oltre tre anni e mezzo fa, è stato teatro di profonda sofferenza e di costante violazione di diritti inviolabili, quali il diritto alla difesa, alla salute, a una vita dignitosa, alla libertà di comunicazione”.
“Atti di violenza istituzionale, rivolte e forme individuali di protesta come autolesionismo e tentativi di suicidio, avvengono quotidianamente” continuano, aggiungendo che “nonostante le documentate condizioni di vita inumane e degradanti e le inchieste da parte della Procura, il governo non ascolta le innumerevoli denunce da parte della società civile e annuncia l’idea di aprire un secondo Cpr sul territorio milanese”.

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