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Al via il film su Pasquale Rotondi, l’uomo che salvò 8000 capolavori

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Riprese nelle Marche, regia di Roberto Dordit, con Simone Liberati

Roma, 17 feb. (askanews) – “Pasquale Rotondi. Un eroe italiano” racconterà l’incredibile storia dell’uomo che durante la Seconda Guerra mondiale salvò quasi ottomila capolavori, fra cui opere di Caravaggio, Giorgione, Raffello. Le riprese del film diretto da Roberto Dordit e prodotto da Mariella Li Sacchi e Amedeo Letizia per Qualityfilm sono appena iniziate nelle Marche e andranno avanti per cinque settimane tra Urbino, Carpegna, Sassocorvaro, Sant’Angelo in Vado e nella Repubblica di San Marino.Il film è ambientato tra il ’39 e il ’43. Simone Liberati impersona Rotondi, allora soprintendente delle Marche, che insieme alla moglie, interpretata da Lia Grieco, e al suo autista, interpretato da Antonio De Matteo, nascose nel Montefeltro capolavori provenienti da Urbino, Venezia, Milano, Roma, per proteggerli dai bombardamenti e dalle razzìe dei nazisti.Il regista racconta: “Quest’uomo era disposto a rischiare la vita per un’opera d’arte. Lui l’ha affrontato in totale solitudine, col suo gruppettino, composto dal suo autista, sua moglie, i custodi, qualche carabiniere. Come lui lo definì poi anni dopo sarà la sua armata Brancaleone che ha salvato gran parte del patrimonio artistico italiano”.Dopo l’8 settembre 1943 il Ministero dell’Educazione che gli aveva affidato l’incarico venne trasferito al Nord, sotto la Repubblica Sociale, e lui si trovò solo e senza mezzi. Rotondi, che allora aveva 34 anni, individuò in particolare nella Rocca di Sassocorvaro, nel Palazzo dei Principi di Carpegna, nei sotterranei del Palazzo Ducale di Urbino, i nascondigli ideali. Lì, rischiando la vita, custodì quadri di Giorgione, Giovanni Bellini, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano, Caravaggio, Mantegna. E il film di Dordit ci riporterà proprio in quei luoghi.”Lui non ha pensato a sé stesso ma ha pensato al suo Paese e soprattutto alle future generazioni di questo Paese. Se avessimo perso questo patrimonio sarebbe andato perduto per sempre e i suoi figli e i suoi nipoti, come i nostri, non avrebbero visto nulla”.

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